La guerra secondo Torquato Tasso nella Gerusalemme liberata. Il poeta amato da Leopardi
A Roma il Leopardi fa visita al suo sepolcro al Gianico e dice che ‘è l’unica soddisfazione che ha provato ‘ nella capitale dello Stato della Chesa. Di Leopardi leggi nelle Operette Morali il dialogo dedicato al Tasso.
Nella “Gerusalemme liberata” la guerra , per il Tasso non è solo scontro fisico e ideologico tra cristiani e pagani, perché Tasso, pur non criticandola, ne evidenzia devastazione, insensatezza, ineluttabilità.
La sua trama è semplice rispetto alla giungla de L’Orlando furioso di Ludovico Ariosto. Infatti narra la fase conclusiva della prima Crociata, quando l’esercito cristiano conduce a buon fine l’assedio di Gerusalemme.
Ma per quale motivo Tasso sceglie di raccontare proprio di questo episodio? Alla base della Gerusalemme liberata si trova un movente biografico. Nel Cinquecento minacce turche e pirateria saracena sono argomenti di scottante attualità. Pare che la sorella del poeta, Cornelia, sia scampata per miracolo a un’incursione turca nella nativa Sorrento e la vittoria navale di Lepanto sui turchi precede di un decennio la stesura definitiva del poema.
La prima Crociata parte nel 1096 sotto la guida di Goffredo di Buglione. Dopo tre anni incerti e pericolosi, i crociati giungono alle porte di Gerusalemme. La città santa è in mano ai Turchi dal 1070.
Secondo la critica più accreditata, i motivi che spingono il papa Urbano II a bandire nel 1095 la crociata furono due:
- La linea intransigente dei Turchi che, a differenza degli Arabi, ostacolavano i pellegrinaggi in Terrasanta;
- La pressione dei Turchi che avanzano nei Balcani dopo la conquista di Costantinopoli nel 1453.
La parola d’ordine è: liberare il Santo Sepolcro dai cosiddetti infedeli
Per Tasso la guerra è oggettiva e soggettiva. La prima è quella che si combatte tra eserciti o fra singoli. La seconda è quella che si combatte nell’interiorità di ciascuno, perché Tasso è stato il primo a esplorare la dimensione psicologica ed emotiva dei suoi personaggi.
In buona sostanza, è nello scontro oggettivo che il personaggio risolve la propria guerra interiore e viceversa.
Tasso vuole che il suo poema colpisca la coscienza cristiana, spingendo l’occidente cristiano alla riscossa
Per Tasso, la guerra è manifestazione di forza, eroismo, autoaffermazione personale. È atroce, disumana, fonte di sofferenza e lutto.
Tasso vuole trasmettere anche la dimensione dolorosa della guerra.
Per Tasso la guerra è una condanna necessaria per l’uomo, in quanto connaturata all’esistenza. Il che a dire: la guerra è una condizione ontologica dell’animo perverso dell’UOMO.