Prende il via nelle Marche un progetto espositivo itinerante per approfondire il tema del pellegrinaggio attraverso opere che spaziano dal Medioevo al Seicento, seguendo un percorso all’insegna dei luoghi di culto di san Michele Arcangelo.
La prima tappa della mostra è Loreto, universalmente consacrata come centro di pellegrinaggio mariano, per poi proseguire ad Ascoli Piceno, dove è previsto un focus di approfondimento sulla devozione territoriale verso san Michele Arcangelo, e concludersi a Senigallia.
Il 9 aprile si inaugura presso il Bastione Sangallo di Loreto la mostra Sulle orme di san Michele Arcangelo. Pellegrini e devoti nell’arte da Crivelli a Caravaggio, un percorso espositivo itinerante a cura di Stefano Papetti promosso dalla Regione Marche e dai Comuni di Loreto, Ascoli Piceno e Senigallia che ospiteranno le tre tappe della mostra e realizzato da Artifex International.
“Questo progetto espositivo, sostenuto dalla Regione Marche” – commenta l‘assessore alla Cultura della Regione Marche Giorgia Latini – “attraversa parte della storia della produzione artistica ponendo l’attenzione su aspetti peculiari e pieni di fascino come la grande devozione dei pellegrini raccontata nelle immagini e la figura di San Michele Arcangelo, il difensore della fede che è anche protettore della Polizia di Stato. Accostare i pellegrini, i cui viaggi erano pieni di rischi e attentavano la vita stessa e il santo che per eccellenza combatte il male, significa avviare una riflessione per il tramite dell’arte anche sul presente, su come anche oggi la sfida del bene non sia priva di costi e su che cosa ci spinga ad accettarla. Ma significa anche risalire il passato e la grande tradizione che il culto cattolico ha lasciato nella nostra Regione, con una traccia che per importanza può essere affiancata a Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela”.
“Non ci sono dubbi che ‘Sulle orme di San Michele Arcangelo’ porterà beneficio sia alle singole comunità che lo ospitano, sia alle Marche tutte. E sono davvero lieto che la Regione Marche abbia deciso di continuare il percorso della ‘messa in rete’ delle tre città di Loreto, Ascoli Piceno e Senigallia per generare valore aggiunto intorno agli eventi culturali. Una strategia già collaudata con successo.” – afferma Moreno Pieroni, Sindaco di Loreto – “Come Assessore Regionale al Turismo e alla Cultura, a suo tempo avevo creduto molto in questa strategia. Oggi guardo a questa Mostra con un ruolo diverso. Come sindaco di Loreto, comune che ha l’onore di inaugurare le tre tappe previste, sono ancora più consapevole di quanto essa rappresenti per la nostra città una straordinaria, duplice occasione: continuare a far parte di un ‘circuito’ culturale di indubbia rilevanza e, anche, rappresentare a nostra volta un valore aggiunto per l’esposizione stessa.
E conclude Francesca Carli, Assessore alla cultura del Comune di Loreto: “Quando è stato proposto alla Città di Loreto di accogliere la prima tappa di questa magnifica esposizione, come Amministrazione e come Assessorato alla Cultura abbiamo abbracciato con entusiasmo l’idea. In questo momento storico in cui ci stiamo lasciando alle spalle gli anni difficili della pandemia, abbiamo deciso di guardare avanti scommettendo, ancora una volta, nella bellezza e nella cultura. Abbiamo creduto in questo progetto che crea una sinergia forte tra tre importanti città, una vera e propria ‘rete’ culturale’ grazie alla quale l’esperienza di questo evento si moltiplica, letteralmente, nello spazio e nel tempo. È così che si condivide la cultura, è così che la si può rendere un veicolo reale di promozione dei luoghi e di crescita.
Altro aspetto importante è il legame privilegiato tra la città di Loreto e il progetto scientifico di questa mostra: il pellegrinaggio. Le 22 opere esposte ci portano in un ‘cammino’ – è proprio il caso di dirlo – che va dal Medioevo al Rinascimento, passando da Crivelli a Caravaggio e molti altri. Un cammino che racconta, attraverso la devozione a San Michele Arcangelo, la figura del pellegrino. È un tema che ci appartiene profondamente. Come è noto, Loreto è una delle mete di pellegrinaggio più antiche e più conosciute al mondo. Dopo l’anno Mille furono proprio i pellegrinaggi il motore della ritrovata mobilità delle persone. Vogliamo pensare che, anche nell’attualità dell’oggi, dove c’è tanta necessità di ‘rimettersi in moto’, il pellegrinaggio e i pellegrini rappresentino la chiave di volta di una nuova voglia di partire e di un nuovo tipo di turismo, nel quale spiritualità e cultura si fondono armonicamente. Proprio come, da secoli, accade nella nostra Loreto”.
I pellegrini ed i devoti che in grande numero percorrevano gli itinerari di fede europei sono stati più volte rappresentati dagli artisti che ne hanno messo in evidenza le particolarità dell’abbigliamento, con i segni caratteristici dell’avvenuto pellegrinaggio che consentiva di riconoscerli. I santi invocati durante il percorso, come san Rocco e san Giacomo maggiore, venivano dunque effigiati dagli artisti con le vesti tipiche dei pellegrini al pari dei santi che nel Medioevo avevano portato la parola di Cristo in luoghi lontani e pericolosi, come san Giacomo della Marca raffigurato sempre con il bordone. A Loreto, dove non a caso inizia questo percorso espositivo, il santuario mariano venne riconosciuto nel 1520 come centro di pellegrinaggio universale al pari di Gerusalemme, Roma e Santiago di Compostela, richiamando così fedeli da tutto il mondo.
Si tratta per la maggior parte di opere provenienti dalle collezioni civiche marchigiane, dove non mancano capolavori di autori come Antonio da Fabriano, Carlo Crivelli, Pietro Alamanno, Guercino, Francesco Guerrieri, Pietro Liberi e Ferdinand Voet che tra il XV e il XVII secolo hanno testimoniato questo fenomeno di culto, dedicando le rappresentazioni soprattutto a san Giacomo Maggiore e san Rocco, patroni dei pellegrini, e illustrando l’abbigliamento tipico dei devoti sia prima che dopo il periodo della Controriforma.
Nel percorso sono esposti anche alcuni importanti stendardi processionali conservati nelle Marche, a testimonianza di oggetti che erano fondamentali per il culto e che rappresentano anche un genere pittorico di grande impegno, la cui realizzazione era resa nota già dal celebre trattato di Cennino Cennini nel XIV secolo.
Ad Ascoli Piceno la mostra sarà caratterizzata da un focus di approfondimento legato alla devozione territoriale, in omaggio al culto micaelico presente fin dal tempo dei Longobardi: saranno esposti importanti dipinti, oreficerie e sculture medievali, rinascimentali e barocche che testimoniano la devozione popolare verso la figura di san Michele Arcangelo. L’itinerario, che partendo da Mont Saint-Michel passa in Piemonte per la Sacra di san Michele e giunge sino al santuario di san Michele Arcangelo nel Gargano, tocca infatti anche la città di Ascoli ed il territorio Piceno, come attestano vari edifici di culto medievali dedicati all’angelo guerriero.
La persistenza nelle Marche meridionali del culto micaelico è testimoniata anche dall’opera del maggiore artista piceno del Novecento, Osvaldo Licini, che a partire dalla tela del 1919 intitolata “Arcangelo” – che sarà esposta in mostra – si è dedicato ad approfondire questo tema sino ad elaborare le celeberrime icone degli Angeli Ribelli che riassumono in loro il contrasto fra il Bene e il Male.