di Silvia Alessandrini Calisti
Un approfondito studio sulla stregoneria popolare marchigiana, che muove dal generale al particolare della scena locale, nel quale si ripercorrono storia, suggestioni, leggende, superstizioni che hanno caratterizzato il territorio e che hanno avuto da sempre le donne come protagoniste principali.
Una narrazione che passa dai processi per stregoneria, fatture e malefici restituiti dagli archivi locali, alle credenze diffuse in tutta la regione, ripercorrendo luoghi stregati e ricordando aneddoti, paure e stratagemmi utilizzati da sempre per difendersi dagli attacchi delle fattucchiere.
Tra delazioni, torture, metamorfosi e formule magiche si delinea così un racconto che attraversa quasi sette secoli, inseguendo le tracce di quelle che nel dialetto marchigiano venivano chiamate sdreghe, donne a cui vennero attribuite le azioni peggiori a danno della comunità e che rappresentarono spesso un capro espiatorio ideale per sfogare timori, sensi di colpa, sofferenze e scontento.
Attraverso un’analisi accurata, densa di suggestioni, l’autrice restituisce così a queste donne un’identità, a volte concreta, altre evanescente, ma sempre ben presente nella coscienza collettiva, dall’antichità più remota fino ai nostri giorni.