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OGGI 29 GIUGNO 1798: NASCE A RECANATI GIACOMO LEOPARDI, IL POETA della LUNA e dell’UMANO

by Roberto Tanoni

 OGGI 29 GIUGNO 1798: NASCE A RECANATI GIACOMO LEOPARDI, IL POETA della LUNA e dell’UMANO

da Monaldo il padre

E’  Il 27  giugno   Adelaide dei Marchesi Antici mia moglie appena  ventenne, in cinta da nove mesi, giusto quelli  appena passati dal giorno delle nostre nozze  celebrate     il 27 settembre  gel 1797 da quel mio  “colpo di fulmine”  quando il mio sguardo si alzò su di lei nella Congregazione dei nobili in San Vito….era di fronte a me….    avvertì le prime doglie di un travaglio che durerà per ben due giorni.     sta per nascere il primo mio figlio.   E nasce “felicemente”  all’imbrunire, (erano le 7 di sera) del 29 giugno 1798, nel giorno di Venere e nel segno del Cancro….come scrissi nelle partecipazioni che inviai  ai nobili dei dintorni e ai parenti,  

…. per il battesimo

 Ho fatto indossare al bimbo   una bellissima vestina di seta, infiocchettata, che sarà poi usata per tutti i fratelli  …è d’uso  anche oggi e gli attuali miei discendenti o meglio gli eredi di Pierfrancesco perche i leopardi di oggi sono suoi discendenti  usano la stessa veste da battesimo  … ..

….Nonna Virginia Mosca, mia madre   e nonno Filippo Antici padre di mia moglie,  lo portano molto fieri tra le braccia, quel frugoletto che già qualcosa di buono l’ha fatto solo nascendo, avendo messo pace nei dissapori familiari fra i leopardi e gli antici …infatti io e adelaide nn ci sposammo in casa leopardi ma a casa della sposa  a palazzo antici poiche Adelaide —per vecchi dissapori fra famiglie —nn era stata inizialmente accettata dai miei ….poi tutto si sistemò  con la nascita…

Battezzai  Giacomo, nella parrocchia di Monte Morello   e lo fece  il padre filippino Luigi Leopardi  un mio prozio dandogli il nome di mio padre e quello di un antichissimo di famiglia

 Si dette parte ai soli parenti giacchè distrutto da napoleone  il nostro  stato di  nobile non vi erano più alcun grado nel quale esso nascesse, tolto il generale di cittadino.

Giacomo Filologo, filosofo, letterato, astronomo, pessimista. Difficile ritracciare nello scenario culturale mondiale figura più complessa, contrastata, disincantata e incantatrice di Giacomo Leopardi.
il padre, conte Monaldo, è raccontato dalle storiografie come “reazionario”, la madre, marchesa Adelaide Antici, è descritta come “energica e rigidamente religiosa”. Tuttavia qualcosa non quadra nelle ricostruzioni storiografiche perché Monaldo è uno studioso che dilapida una fortuna per allestire la celebre biblioteca di famiglia: ventimila volumi dispiegati sui più disparati argomenti.
Il bambino Giacomo mostra un talento eccezionale e tutti pronosticano per lui un futuro di scienziato: A CASA lEOPARDI  di Recanati è tuttora conservato il frontespizio del “trattatello di chimica”, redatto insieme al fratello Carlo; di più facile reperibilità è la straordinaria “Storia dell’astronomia”, scritta a due mani dal quindicenne Giacomo con… Margherita Hack, l’astronoma contemporanea che si è presa la briga di continuare l’opera cominciata dal poeta marchigiano aggiornandola con le grandi scoperte dal primo Ottocento in poi, lasciando inalterata l’intera prima millenaria parte dettagliatamente ricostruita dal sorprendente adolescente.
Chimica, fisica, astronomia attraggono l’avidissimo Giacomo ma i suoi veri interessi sono la letteratura e la poesia e la grande biblioteca paterna diviene presto il paradiso terrestre dove soddisfare la sua inestinguibile sete di conoscenza ed è più che probabile che molti dei suoi futuri problemi di salute vengono dalle lunghe ore, giornate e stagioni trascorse al lume di candela in quelle buie stanze ricolme di tesori.
Il risultato di questo durissimo tirocinio intellettuale è che il giovane Leopardi, a nemmeno vent’anni, è una delle figure più colte, preparate e creative dell’intero scenario culturale europeo.
Giunge dunque il tempo che da apprendista lettore il giovane Giacomo si converte a produttore e scrittore e le sue opere ricercate, studiate ed amate da contemporanei e posteri.
Il celeberrimo “Infinito”, scritto a 21 anni, è tuttora una dei massimi gioielli filosofico-poetici, riportato in tutte le antologie del mondo.
Ma gli anni trascorsi alla luce di candela fra scuri scaffali debordanti di carte non fanno sconti e a 17 anni compaiono le prime patologie reumatiche, scoliosi, doppia gobba, asma, colite ulcerosa, debolezza visiva e crisi depressive.
Questa la descrizione del contemporaneo marchese Filippo Solari di Loreto: “L’ho lasciato sano e dritto, lo trovo dopo cinque anni consunto e scontorto, con avanti e dietro qualcosa di veramente orribile”.
Questa invece la sua diretta testimonianza: “Ma io non aveva appena vent’anni, quando da quella infermità di nervi e di viscere, che privandomi della mia vita, non mi dà speranza della morte, quel mio solo bene mi fu ridotto a meno che a mezzo; poi, due anni prima dei trenta, mi è stato tolto del tutto, e credo oramai per sempre.” Leopardi muore a 39 anni a Napoli il 14 giugno del 1837.

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