“Qui e ora – Attraversando microcosmi” di Giovanni Matarazzo alla Galleria Museo “Arturo Ghergo” di Montefano dal 21 gennaio al 5 febbraio 2023
Il 21 gennaio sarà inaugurata alla Galleria Museo “Arturo Ghergo” di Montefano la mostra “Qui e ora – Attraversando microcosmi” di Giovanni Matarazzo: si tratta di quindici ritratti, quindici persone che si raccontano in un “qui e ora” che non è solo presente: un progetto che propone un nuovo modo di guardare al ritratto in un tempo segnato dai social media.
Ci racconta l’autore Giovanni Matarazzo
Il progetto “Qui e ora – Attraversando microcosmi” nasce dalla riflessione su quel che sta succedendo in questi anni nella fotografia di ritratto.
Se fino a pochi anni fa le foto in posa di persone erano realizzate da un terzo esterno, oggi la gran parte delle immagini sono autoprodotte, risultato di selfie per la gran parte scattati con lo smartphone. Non si possono neanche definire “autoritratti”, perché l’autoritratto, nella storia, ha una sua dignità introspettiva, laddove l’autore si pone davanti ad una macchina fotografica o a una tela con l’intento di capire qualcosa di più della sua persona, e mostrarlo.
Inoltre, le foto fatte oggi sono per la gran parte ottenute grazie ad “app” che “migliorano” e comunque omogeneizzano i volti e i corpi, con un concetto di bellezza deciso altrove.
Quindi è evidente come si stia assistendo a una deriva dei canoni estetici riguardo alla figura umana, e quel che fondamentalmente si sta perdendo è la ricchezza che lo sguardo di un altro, in questo caso di un fotografo ritrattista, ci può donare nel momento in cui “vede” qualcosa di noi che prima ci sfuggiva. Si va dunque verso una cultura solipsista, con i soggetti che come monadi impenetrabili sono soli davanti al loro personale specchio, o ai pixel di uno smartphone, accontentandosi di una risposta binaria da parte di altri: “mi piace/”non mi piace”.
“Qui e ora – Attraversando microcosmi” vuole restituire alle Persone la capacità di raccontarsi davanti ad un “testimone”, che non lo giudichi ma che lo lasci esprimere in piena libertà, con il tasso di libertà di cui ognuno è capace o intende applicare. E vuole farlo non soffermandosi solo sull’immagine “retinica” che il soggetto emana, ma dandogli la possibilità di approfondire la sua attuale situazione, cosa che spesso un solo ritratto non riesce a fare.