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Con Francesco Formiconi abbiamo parlato di Leopardi e di Cultura italiana in Giappone. Ecco cosa n’è uscito…da leggere!!!

by Roberto Tanoni

Abbiamo ricontattato il dott. Francesco Formiconi il recanatese che ormai vive n Giappone da decenni per sentire quanto e come è conosciuto Giacomo Leopardi e in genere la nostra cultura occidentale  in quelle terre….Ormai è il nostro ‘Ambasciatore’!

FRANCESCO –  Leopardi e` pressoché totalmente sconosciuto in Giappone, a parte tra gli italianisti ed esperti di letteratura italiana che sono comunque molto pochi. In genere la letteratura italiana non e` conosciuta e anche i grandi classici, da Dante a Manzoni, non vengono molto tradotti anche per i loro forti legami con la storia (il primo) e la religione (il secondo) che non sono molto note qui in Giappone.
Nonostante i temi della poesia leopardiana siano assolutamente universali e molto più slegati da collocazioni culturali a volte tipiche del Romanticismo italiano, ciononostante ritengo che sia molto difficile da tradurre correttamente in Giapponese. Mi riferisco in particolare ai continui cambiamenti di piani linguistici con cui scrive Giacomo Leopardi (dal personale al generale, dal fisico al metafisico) che per le caratteristiche della lingua giapponese rendono la traduzione generalmente incomprensibile, non tanto nel suo contenuto letterale ma nel suo significato recondito.
Pochi forse sanno che il giapponese e` una lingua fortemente contestuale e le frasi in giapponese diventano spesso incomprensibili agli stessi giapponesi se de-contestualizzate. Questo perche` la lingua giapponese, come del resto la cultura, lascia molto spazio all’interpretazione del “non detto”, all’importanza dello “spazio vuoto”. In giapponese esistono solo due tempi dei verbi, presente e passato, non ci sono declinazioni personali, il soggetto può` essere omesso e non esiste il singolare e il plurale. Va da se` che una frase puoi avere vari significati e se non viene contestualizzata, di fatto, non se ne capisce precisamente il significato.
Negli affari, ad esempio, questo crea parecchi problemi perche` spesso la cosa importante sta nel “non detto” anziché` nel “detto”.
..dunque  è molta la differenza fra le due culture
FRANCESCO – La differenza e` abissale e nonostante questo penso che i temi leopardiani potrebbero essere profondamente amati dai Giapponesi, anche dai giovani, e temo che le differenze culturali ne rendano la traduzione effettiva molto difficile. Anche l’Infinito ha solo 2 o 3 traduzioni in giapponese, l’ultima risale al 1981 da parte da Isamu Taniguchi ma ci si percepisce molto la maggior importanza legata alla parola che al sentimento che essa esprime; ad esempio nella traduzione giapponese quando si menziona “quest’ermo colle” il traduttore tra parentesi include nella traduzione (non nella nota, s’intenda) la spiegazione che si parla del Monte Tabor. Gia` li` il lettore viene portato a preoccuparsi di cosa sia il Monte Tabor ed è distolto dall’elevazione poetica che invece il poeta trasmette nella versione in Italiano. Purtroppo la preoccupazione di chiarire il significato della parola rende la traduzione, a mio parere, disarmante…. Forse sarebbe oggi più` efficace raccontare Giacomo Leopardi con un manga.
…il film di Martone  ‘il giovane favoloso’ è stato visto.. e come è stato recepito?
FRANCESCO – Il film di Martone e` stato presentato nel maggio 2015 al Festival del Cinema Italiano di Tokyo e in quell’occasione, nella delegazione artistica inviata dall’Italia, c’era Isabella Ragonese che ha interpretato nel film il ruolo di Paolina Leopardi. Per questo festival i sottotitoli in Giapponesi sono preparati da traduttori locali, se poi tra i film presentati qualcuno viene acquistato per la distribuzione nelle sale in Giappone allora i sottotitoli spesso vengono rifatti (in Giappone i film stranieri vengono sempre proiettati in lingua originale con i sottotitoli in giapponese). Ero in sala per la prima aTokyo e al mio fianco c’era mia moglie, che ha comunque una conoscenza “minima” di Giacomo Leopardi e alla fine del film mi ha confessato che non aveva capito niente perche` i sottotitoli, che seguivano i dialoghi – creati totalmente da scrttii originali di Giacomo Leopard – cercavano di tradurre “letteralmente” quanto veniva detto e il risultato e` stato abbastanza disastroso. Il film non e` stato poi acquistato e credo che ne rimangano una o due copie con questi sottotitoli nella videoteca dell’Istituto Italiano di Cultura a Tokyo. Quella stessa sera al ricevimento in Ambasciata per la delegazione artistica italiana spiegai io stesso questo punto a Isabella Ragonese (allego foto dell’evento) e lei mi disse che lo avrebbe riferito al regista Mario Martone, ma di più` non so dire. Probabilmente, se in quell’occasione si fosse accompagnata la visione cinematografica con, a latere, una mostra su Leopardi o un ciclo di seminari non volti agli studiosi, ma piuttosto al pubblico normale per spiegare chi fosse Giacomo Leopardi e perche` la sua poesia può` parlare anche ai cuori dei Giapponesi, l’occasione sarebbe stata sfruttata meglio….. ma di queste occasioni perdute ne potrei fare un elenco lunghissimo. Ad esempio nell’anniversario di Raffaello grandi sponsor giapponesi organizzarono una mostra bellissima itinerante in Giappone ma la Regione si mostro` “assente ingiustificata”; pressoché stessa cosa per l’anniversario Rossiniano. Ho sempre detto che la cultura e` il veicolo giusto per venire in Giappone e portarci insieme le nostre aziende, le nostre tradizioni e il nostro eccezionale patrimonio turistico e agro-alimentare, ma questo appello e` sempre rimasto nel vuoto.

Grazie Francesco…ci chiediamo perchè non si recepisce nulla da chi ha esperienze come la tua. e nel mondo di italiani così ce ne sono molti… poi ci riempiamo la bocca con la CULTURA….Bahhhh!!!

 

Un recanatese in Giappone, ad Osaka con una moglie giapponese, senza figli e con  una cagnolina Shiba.

E’ Francesco Formiconi 56 anni  da 26 anni  vive all’estero, oggi direttore finanziario della griffe fashion e moda Diesel Japan. Nella sua pagina Facebook campeggia una foto dei Monti Sibillini ‘I monti azzurri’ del Leopardi  presa da casa sua a Recanati, “Nonostante sia ormai ben radicato qui  – dice Francesco- le Ma rche e Recanati mi mancano molto, ma sono anche molto fortunato; a differenza di 30 anni fa ora internet mi porta video-chiamate, notizie dagli amici e l’edizione  mattutina dei quotidiani  e per via del fuso orario, prima ancora che la possiate leggere nelle edicole italiane. Vorrei che le Marche fossero piu` conosciute in Giappone perche` sicuramente verrebbero apprezzate molto e mi sono sempre adoperato per parlarne il piu’ possibile in ogni occasione buona.  Infatti così è stato quando sono stato presidente della Camera di Commercio italiana in Giappone, dal 2010 al 2013, proprio nel periodo difficile della crisi di Fukushima. Da marchigiano so bene quanto sia duro, ma anche quanto sia importante rialzarsi. Nell’etica del lavoro i marchigiani e giapponesi sono molto simili. Mi auguro che i ragazzi di oggi apprezzino questa fortuna, 30 anni fa un giornale italiano vecchio di 2 settimane averlo  in Giappone

era una fortuna” . Ogni quanto rientri in Italia? “ Purtroppo quest’anno per colpa del Covid-19, niente rientro, ma in genere trascorro sempre le mie vacanze estive in agosto nelle Marche e se devo rientrare in Italia o in Europa per lavoro cerco sempre di trovare il tempo per un salto a casa  e alla mia Recanati. Vivo ormai stabilmente in Giappone dal 2007. Gia’ c’ero stato per 3 anni come ricercatore universitario in economia, subito dopo la laurea in Bocconi a Milano. Dopo un periodo aTokyo,  da febbraio  scorso mi sono trasferito ad Osaka in qualità di direttore finanziario della Diesel Japan”. Qual è stato il tuo percorso professionale ”   Il mio primo impegno  in banca in Italia alla BNL, poi 3 anni nella filiale ad Amburgo in Germania e poi 7 anni a quella ad Hong Kong. La seconda parte della mia vita professiona

le inizia del 2007 quando lascio la banca, ritorno in Giappone ed inizio il mio percorso lavorativo in aziende italiane con sede in Giappone come la Safilo, poi alla Giorgio Armani e infine alla Camera di Commercio  Generale dell’Unione Europea in Giappone, fino all’inizio di quest’anno.” Perché hai scelto un paese e una cultura così lontana “Il Giappone e` stata una scelta dettata dalla voglia di precorrere i tempi – continua Formiconi – gia` alla fine degli anni ottanta sentivo che il motore del mondo non era piu’ sulle rive dell’Atlantico, ma del Pacifico e l’Asia mi attirava fin da bambino. Il Giappone era la scelta forse piu` ovvia, ma anche la piu` difficile data la grande barriera linguistica e, dopo averla superata, e` venuto abbastanza normale mettere radici.” In questi ultimi  anni Formiconi ha avuto molte soddisfazioni, ma  dei   titoli di cui  va molto fiero, la prima e` stata la nomina a Cavaliere della Repubblica che ha ricevuto nel 2013, la seconda il titolo di Marchigiano dell’Anno all’estero nel 2017 e la terza e` sicuramente di essere  e rimanere un recanatese doc.

 

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