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Monaldo Leopardi 200 anni fa iniziò la vaccinazione contro il vaiolo prima ai suoi figli poi ai familiari e da Gonfaloniere alla popolazione

by Roberto Tanoni

Strano ma vero…spesso la storia ritorna. Rileggiamoci queste pagine su Monaldo e il vaccino del VAIOLO proprio adesso che questa malattia virale sta ritornando quando si pensava debellata….

Su esortazione dell’ amico  Ettore  Storani produco questa curiosità leopardiana su Monaldo padre di Giacomo, presa dall’ Anton-Traversi e dalla Autobiografia di Monaldo,  oggi proprio nel giorno dell’inizio delle vacciniazioni anticovid in Europa.

Nel 1800 da bibliofilo incallito, Monaldo non tarda a procurarsi l’opera di Jenner tradotta in italiano, Ricerche sulle cause e sugli effetti del Vajolo delle Vacche, stampata a Pavia nel 1800 e ancora oggi conservata nella biblioteca di Casa Leopardi, con gli opuscoli La vaccina di Recanati di Giovanni Cuppini e Sulla vaccina di Jenner di William Batt.

Ottenute le cosiddette «marcie» da Genova, grazie all’intercessione del conte Doria, nella primavera del 1801, Monaldo sperimenta l’inoculazione nei figli, fiero di «essere il primo in questa città, anzi nella intiera provincia, e credo nello stato sicuramente – perché né Roma, né Ancona, né alcun altro paese aveva di queste materie – fui il primo dico che accreditassi questa nuova benefica scoperta» .

Scrupoloso compilatore di memorie familiari   Monaldo registra ogni esperienza quotidiana con la cura dell’osservazione scientifica.  Leggiamo le sue memorie

“2 8.bre- Acqua la mattina e la sera. Il giorno alle ore 23 inoculai il vajuolo vaccino ai miei tre Figli, Giacomo-Teregardo, Carlo-Orazio e Paolina. Essendo sul punto dovuto partire per Loreto, onde visitare la M.sa Solari inferma, il nostro chirurgo Giordani, fece la piccola operazione il dottore Alberini, […] Andrò in seguito notando il progresso di questo vajuolo colla maggiore esattezza. Di questo vajuolo vaccino, scopertosi non ha molto, in Inghilterra dal dott. Jenner, feci io venire ne’mesi scorsi di primavera, le marcie da Genova, procuratemi dal mio agente in Roma Sig.r Bonini, col mezzo del Sig.rPrincipe Doria […]”.

La sperimentazione interessa innanzitutto Paolina, nata l’anno prima; Giacomo e Carlo, di tre e due anni, sono vaccinati «appena liberatisi da una violenta tosse convulsa» .

Dopo le prime perplessità per l’incertezza dell’esito, Monaldo conferma la fiducia nel vaccino, pronto, all’occorrenza, all’ennesima inoculazione:

“A dir vero però ne’ miei tre Figli mi parve di vedere piuttosto i segni del vaccino spurio, che del legittimo, perché a tutti dentro le prime quarantotto ore fu la pustola al colmo della suporazione, dovendo, a tenore di quanto si annunzia in tutte le opere relative, ciò accadere circa il decimo giorno; e ne’ due maschi specialmente l’escara, o crosta, non fu nera, ma bensì del solito colore. Egli è però vero che annunciandosi come segno di vero Vaccino, e preservativo del vajuolo, la riassunzione della suporazione al sesto e settimo giorno, un tal segno erasi osservato nei miei tre Figli, cui resasi la piaghetta quasi cruenta, circa il settimo nuovamente cominciò a gemere delle marcie, che continuarono abbondanti fino circa al quindicesimo, e più nella femmina. Tuttavia non dovendosi ammettere dubbiezze, ove l’escluderle può procurare la salute e salvezza di oggetti tanto preziosi, appena ho veduto che colle materie venute da Venezia al C.teLuigi Carradori, si otteneva un esito più conforme alle indicazioni, non ho dubitato di replicare l’innesto ai miei tre piccoli Figli, intenzionato di ripeterlo anche altre volte se con questa non ottengo un intento soddisfacente . L’influenza vajolosa comincia a cedere, e diminuisce la sua strage…. (sic). Dei miei Figli, Giacomo e Paolina non danno ancora alcun segno nella loro inoculazione, parendo mancata anche la piccolissima macchia che ieri mi ero lusingato di vedere. L’inoculazione però di Carlo somiglia perfettamente alla morsicatura di Pulce» . Le ore trascorse attestano invece la fibra di Giacomo:
7 8.bre- Progredisce il vaccino nei miei Figli e dà i più legittimi segni. In tutti e tre appare visibilmente la piccola incipiente candida vessichetta al centro della macchia rossa un po’più dilatata. Si osserva la medesima inversa proporzione fra la loro età e il progresso dell’innesto. La più piccola, in cui la vessichetta è più sensibile, ha la macchia di un rosso più pallido; ma ciò deve nascere dalla sua carnagione più oscura. Il secondo, fino da ieri, à (sic) detto sentire dolore; ma ciò deve egli confondere con un po’ di rosame, non permettendogli la sua età di far distinzioni. Tutti e tre godono la più perfetta salute e sono del solito allegrissimo umore. Questa sera séguita lentamente progredendo colla medesima proporzione. Stanno benissimo. A Giacomo, che è il maggiore, ho voluto premere un pochino sotto l’ascella del braccio sinistro in cui è inoculato, e, richiestone, mi ha accusato qualche dolore, senza però disgustarsi della mia pressione. Al braccio destro non sentiva niente.

  Questa mattina va pure lentamente progredendo ne’ miei Figli il vaccino colla proporzione stessa, e godono ugualmente di ottima salute. Avverto che fino ad ora non gli ho fatto avere nessuna cura fuori della consueta, ed hanno pur presa l’aria secondo il solito.

A dì 9. 8bre- In quest’oggi il mio secondo Figlio Carlo ha balbuzzito qualche cosa circa il soffrire dolore al capo. Effettivamente questa sera, e siamo nell’ottavo, gli è venuta una piccola febre per cui lo ho messo a letto. Ha per altro bonissimo umore, e solo ha perduto un po’ di appetito. Anche la piccola Paolina ha un poco il polso alterato. Ma sta anch’essa allegra… Giacomo è ancora forte e non accusa nessun dolore.

10 8.bre- Questa mattina la vaccinazione ne’ miei due più piccoli Figli ha spiegati tutti i caratteri di maturità…. [sic] Giacomo ancora non soffre la menoma alterazione. Avanza però anche in lui la vaccina.

11 8.bre- Il mio figlio Carlo ha tuttora il polso mosso… Giacomo è senza febre, e solo ha il polso alterato… A Paolina si è di molto impallidita la arcola, e la pustola è un pochino accrespata per la quantità di materia toltane ieri sera.

-Più tardi, questa mattina. Cresce notabilmente il vaccino a Giacomo, ed ora l’areola avrà la grandezza di mezza piastra.

12 8.bre- Questa mattina il vaccino di Giacomo pare al suo colmo. È in tutto simile agli altri due; ma con segni meno energici, come ho detto…

A Carlo e Paolina va scomparendo il rosso, che tuttavia in Carlo è ancora molto sensibile. Questo mio secondo figlio è di temperamento più sanguigno, ed è ancora più grosso degli altri.

Si arricchiscono le annotazioni di Monaldo, finché l’infiammazione si spegne. Anzi mentre Giacomo che sembrava il più mingherlino balla e salta gli altri due fratelli subiscono la febbre del vaccino.

Con lo zelo dello sperimentatore, prescrisse intanto nuove inoculazioni nella cerchia familiare:

“Quest’oggi alle ore 24, entrato già il nono della inoculazione, i di cui segni si erano anche più spiegati di questa mattina, furono vaccinati dal Chirurgo Giordani, i due figli del Cav. Re Mazzagalli, Orazio e Ippolita. Il figlio del mio Sevitore (sic)Domenico Ottaviani, il Fratello di mia moglie, Marchese Camillo Antici, il Figlio di Pietro Pellegrini, maggiordomo di Casa Antici, ed il Figlio del Barigello del Vescovo. La materia fù presa dalla pustola di Paolina, la quale non ne fù punto infastidita. La pustola di Carlo fù pure piccata per estrarre le marcie da conservarsi”.

Gonfaloniere nei trienni 1816- 1819, 1823- 1826, Monaldo Leopardi esporta la politica del vaccino oltre le mura domestiche, egregio interprete dell’editto promulgato il 20 giugno 1822 dal Cardinale Consalvi, che incentiva la vaccinazione nello Stato Pontificio, dove, pur aumentando l’interesse, l’obbligatorietà sarà ufficializzata solo dalla legge Crispi, nel 1888.

Notevoli sono gli sforzi del conte per sollecitare la prassi nel circondario, soprattutto tra i disagiati, più esposti alla mortalità. Nel giugno 1818, di proprio pugno, inserisce nel bando pubblico il compenso di 5 bajocchi destinati ai bambini poveri sottoposti a vaccinazione, e il pagamento del viaggio da Porto Recanati a Recanati dei bimbi presenti al primo innesto.

Esorta inoltre i parroci a persuadere il popolo, che può contare sulla gratuità della prevenzione disposta dal Palazzo Municipale.

 

 

  

 

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