RECANATI 1884 – piccole pillole di storia cittadina a cura di Andrea Marinelli
Il complottismo ai tempi del colera e di quando il Consiglio Comunale di Recanati Inviava un telegramma al Re
Nell’autunno del 1884 il colera colpì duramente la città di Napoli, suscitando la commozione di tutta l’Europa, visto che in poco più di due mesi morirono oltre 7.000 persone, con la diffusione del morbo che inoltre mise a nudo le miserevoli condizioni igienico sanitarie nelle quali vivevano soprattutto gli abitanti, dai 30 ai 90 mila, dei fondaci, le grotte urbane definite dal medico svedese Alex Munthe “le più terrificanti abitazioni sulla faccia della Terra”. Eppure la drammaticità della situazione spinse una popolazione disperata verso la ricerca di un capro espiatorio che potesse esorcizzare le sue paure. Iniziò a circolare la diceria che il colera fosse stato diffuso dal governo per liberarsi dei più poveri e dei più miserabili. Scoppiarono così una serie di disordini e si scatenò una vera e propria caccia all’untore nella quale rischiò il linciaggio proprio Alex Munthe, che al contrario era lì come medico volontario. Pagò sicuramente il fatto di essere straniero in tempi tanto difficili e fu salvato solo grazie all’intervento di un boss della camorra al quale il medico svedese aveva guarito la figlia. Per calmare la situazione dovette intervenire direttamente Umberto I che scese a Napoli in compagnia del primo ministro Agostino De Pretis. Il re schivo del pericolo si avventurò, così come aveva fatto Pio IX a Roma tra i lazzaretti, fino ai quartieri più degradati e severamente colpiti dal morbo , guadagnandosi l’ammirazione generale del Paese.
Lo stesso Consiglio Comunale di Recanati, su proposta del sindaco Vincenzo Ortolani, decise di inviare un telegramma di congratulazioni al sovrano “per la dimostrazione di abnegazione ed amor patrio in mezzo alla infelice Napoli” e nel quale lo invitava a fare uso di una maggiore prudenza “per preservare la sua preziosissima vita”. Il re comunque dalla sua visita a Napoli capì che bisognava intervenire in modo drastico, tanto che nel gennaio del 1885 venne emanata la “Legge Napoli” che stanziava fondi per ricostruire tutto il sistema fognario e rivoluzionare l’assetto urbanistico, cancellando i vicoli stretti e interi quartieri degradati. Per costruire corso Umberto I venne sventrata tutta la parte medievale della città suscitando le ire di Matilde Serao. La “legge Napoli” però costituì un modello anche per le altre principali città italiane che sfruttando i fondi ministeriali messi a disposizione rivoluzionarono i propri centri urbani migliorando le condizioni igieniche generali e contribuendo alla progressiva estinzione del terribile colera.
La stessa Recanati cambiò radicalmente con i letamai che sparirono dal centro storico, mentre ad ogni abitazione venne imposta l’annessione di una latrina e venne scavata un’efficiente rete fognaria che cancellò i rivoli di acque scure che infestavano le principali arterie cittadine. I complottisti al contrario continuarono a sopravvivere e proliferare, tanto che al giorno d’oggi possiamo fare quotidianamente conoscenza con i loro discendenti digitalizzati e forse ancora più pericolosi.