L’infinita solitudine di Giacomo Leopardi
Con la cura di Sonia Caporossi, l’editore Marco Saya ha pubblicato un’antologia ragionata delle poesie di Giacomo Leopardi, intitolata L’infinita solitudine.
La raccolta dei Canti leopardiani, composti tra il 1818 (All’Italia) e il 1836 (La Ginestra), comprende – secondo le indicazioni dello stesso poeta – quarantuno composizioni: questa nuova edizione ne presenta ventiquattro, in base a una precisa volontà della curatrice.
Sonia Caporossi, musicista e critica letteraria, ha preferito infatti proporre ai lettori una scelta tematica delle poesie secondo il criterio unificante del “mistero del dolore”. Escludendo quindi i testi più contraddistinti storicamente e politicamente, ha organizzato il volume intorno al nucleo “della riflessione esistenziale circa la finitezza della condizione umana considerata nella propria irriducibile individualità e solitudine”, aggiungendo all’edizione tradizionale dei Canti i versi del Coro dei Morti e dell’Appressamento della morte, inseriti proprio per sottolineare l’adesione emozionale e filosofica del recanatese al tema della caducità dell’esistenza.
La raccolta dei Canti leopardiani comprende – secondo le indicazioni dello stesso poeta – quarantuno composizioni: questa nuova edizione ne presenta ventiquattro, in base a una precisa volontà della curatrice. Sonia Caporossi ha preferito proporre ai lettori una scelta tematica delle poesie secondo il criterio unificante del “mistero del dolore”. Escludendo quindi i testi più contraddistinti storicamente e politicamente, ha organizzato il volume intorno al nucleo “della riflessione esistenziale circa la finitezza della condizione umana considerata nella propria irriducibile individualità e solitudine”, aggiungendo all’edizione tradizionale dei Canti i versi del Coro dei Morti e dell’Appressamento della morte, inseriti proprio per sottolineare l’adesione emozionale e filosofica del recanatese al tema della caducità dell’esistenza. Insistendo sul pensiero poetante come massima espressione dell’attitudine leopardiana allo scandaglio psicologico interiore sotteso a un’approfondita riflessione teorica, la curatrice nella dotta introduzione afferma: “Il ripiegamento soggettivistico è sempre criticamente oscillante sul filo del riconoscimento di un pessimismo cosmico esteso, a partire dalla propria vilipesa singolarità sofferente, al destino dell’intera congerie dei viventi”. Particolare e universale, bellezza della natura e silenzio del cosmo, nulla e assoluto, inganno e verità, sono riferimenti costanti in tutta la produzione di Leopardi. In lui, “la poesia non è altro che la forma esteticamente formata del domandare filosofico”, strumento conoscitivo per esplorare il mistero dell’esistenza, cura con cui dare voce e senso all’effimera condizione dell’essere. Sonia Caporossi commenta tutte le poesie antologizzate (di cui riporta in calce sia la forma metrica, sia le date di composizione e pubblicazione), dalle prime prove ancora ricalcanti stilemi petrarcheschi, agli idilli in cui la descrizione del proprio paesaggio interiore si eleva alla contemplazione del sublime.
Sonia Caporossi (Tivoli, 1973), docente, musicista, musicologa, scrittrice, poetessa, critico letterario, artista digitale, si occupa di estetica filosofica e filosofia del linguaggio. Con il gruppo di art-psychedelic rock Void Generator ha all’attivo gli album Phantom Hell And Soar Angelic
Giacomo Leopardi. L’infinita solitudine. Antologia ragionata delle poesie
Curatore: Sonia Caporossi
Editore: Marco Saya
Anno edizione: 2020
In commercio dal: 1 gennaio 2020
Tipo: Libro universitario
Pagine: 150 p., Brossura
- EAN:9788898243983