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Omaggio a Dante Alighieri – Canto XXXIII Preghiera alla Madonna. Legge Alessandro Sorrentino

by Roberto Tanoni

Omaggio a Dante Alighieri  – Lettura del Canto   XXXIII  Preghiera alla Madonna

2021 settimo centenario della morte del Sommo Poeta. Introduzione al Canto della professoressa Palmina D’Alessandro e lettura di Alessandro Sorrentino.

Alessandro Sorrentino è una delle voci più belle del panorama attoriale italiano. Molte volte si è esibito a Recanati leggenfo le poesie di Leopardi e del recital ‘Trebbo Poetico’

Canto XXXIII del Paradiso

Dante,con la Divina Commedia, giunge al pieno compimento del suo percorso umano e culturale.
Il Sommo Poeta immagina di compiere,nell’anno del giubileo del 1300, indetto da papa Bonifacio VIII, un viaggio nei tre regni dell’oltretomba: Inferno, Purgatorio e Paradiso, il cui scopo è quello di percorrere un itinerario di purificazione per raggiungere la salvezza spirituale sua e dell’intera
umanità.
Seguendo le teorie cosmologiche del tempo, Dante colloca ,al centro dell’universo, la terra, sulla quale situa i primi due regni: l’Inferno, un’enorme voragine che sprofonda nell’emisfero boreale o settentrionale, e il Purgatorio,una immensa montagna che si innalza sulle acque dell’emisfero
opposto, l’australe o meridionale.
Intorno alla Terra ruotano tutti i corpi celesti, Sole incluso, che determinano i nove cieli,racchiusi dall’Empireo, sede di Dio, delle schiere angeliche e dei beati, disposti, questi, in una sorta di anfiteatro a forma di rosa (la” candida rosa”).
In questo viaggio Dante è accompagnato, nei primi due regni, dal poeta latino Virgilio e, nel terzo,
da Beatrice, la donna amata e cantata da Dante nelle sue opere giovanili,che gli sarà accanto sin quasi al termine del viaggio, quando lo affiderà a San Bernardo di Chiaravalle, figura di spicco del misticismo medievale e grande fautore del culto Mariano.
E il canto XXXIII si apre proprio con la preghiera “Vergine madre, figlia del tuo figlio”, che San Bernardo rivolge alla Madonna, affinché grazie alla sua intercessione, Dante possa giungere alla visione beatifica di Dio.
San Bernardo invita poi Dante a guardare in alto.La facoltà visiva del poeta , andando oltre ogni capacità umana, gli permette di penetrare i misteri della Trinità e dell’Incarnazione; tuttavia, è consapevole della sua incapacità di esprimere a parole e di ricordare con certezza la visione di Dio. Per spiegare questo concetto Dante utilizza due similitudini: la prima legata al mondo dei sogni, quando si cerca di ricordare il sogno che ha provocato nel nostro animo un’emozione; la
seconda legata alla natura,quando la neve si scioglie al sole, lasciando solo una traccia bagnata.
 Nella profonda luce, presenza costante del Paradiso, Dante sembra vedere tre cerchi di colore diverso come i colori nell’arcobaleno. Guardando i cerchi, vede in essi un’immagine che assume la forma umana. Una visione incomprensibile, che solo la Grazia permette a Dante di capire, ma che
 il poeta non è in grado di spiegare.
A conclusione del canto Dante si trova nella stessa condizione dei beati, nei quali desiderio e volontà sono interamente appagati nella beatitudine della visione di Dio, da Dante definito, nell’ultimo verso del canto, ” l’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Alessandro Sorrentino

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