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Per non dimenticare il genocidio degli armeni
Il 24 aprile viene ricordato in tutto il mondo il genocidio turco degli armeni.
Anche a Recanati viveva una comunità di Armeni scappati dal genocidio e il 24 aprile il 106° anniversario del genocidio del loro popolo da parte dei turchi dell’Impero Ottomano avvenuto nel 1915-16 ( vedi Prof. Marco Moroni e Uniper Dott. Sergio Beccacece).
Deportazioni in massa, fucilazioni, crocifissioni, e stragi di armeni furono compiute in quegli anni causando la morte di oltre 1,5 milioni di armeni. Ankara ha sempre negato i massacri degli armeni sostenendo che quanto accaduto è la conseguenza della rivolta degli armeni, cristiani e appoggiati dalla Russia, contro le autorità ottomane.
Ma cosa accadde nel 1915-16? L’arresto di centinaia di armeni a Costantinopoli diede il via alla persecuzione di massa che portò all’eliminazione del popolo armeno. Era il 24 aprile 1915: sono trascorsi 106 anni dal genocidio e il 24 aprile è la Giornata della Memoria Armena, la data ufficiale per la commemorazione dell’eccidio pianificato prima e durante la prima Guerra mondiale. A un secolo di distanza la Turchia continua a negare quella tragedia immane. Oggi qualcosa comincia a cambiare nella società turca anche se le resistenze ad ammettere la verità storica sono ancora molto forti. Gli armeni lo chiamano Metz Yeghern (Il Grande Male) e fece sparire due milioni di armeni cristiani, colpevoli soltanto di appartenere ad un’etnia diversa e a una religione di minoranza. Furono presi con la forza nelle loro abitazioni e uccisi, deportati in marce durissime e rinchiusi in grandi campi profughi fino alla loro morte. Gli storici, anche turchi, si sono già espressi con chiarezza e parlano di genocidio vero e proprio. La documentazione non manca. Fotografie delle esecuzioni, diari, dispacci e telegrammi con gli ordini da eseguire inchiodano i turchi alle loro gravissime responsabilità.
Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden riconosce ufficialmente il genocidio armeno.