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Ospitiamo una bella nota storica sul Castello di Montefiore di Fausto Maggiori medico in pensione
Dal 1200 circa, Recanati poggiava il suo sistema difensivo sul ” Castrum maris”, l’ odierna Porto Recanati, sulla “Turris Aspida” la cinta muraria cittadina con la torre civica e sul “Castrum Montali” ( cinta muraria rivolta verso il monte), l’ odierno Montefiore.
I lavori di costruzione della bella torre centrale vennero iniziati nel 1400 e terminati nel 1429. Insieme alla torre vennero costruiti i torrioni laterali, le merlature a coda di rondine (ghibelline) e il ponte levatoio.
Nel 1467 venne abolito il ponte levatoio e costruito un ponte in muratura; all’ingresso venne posta una lapide tuttora esistente ” opt duumviris Antonio Politi et Tome Gabrielis, CPQR, stauit MCCCCLXVII” ( opera del senato e popolo recanatese, essendo duumviri Antonio Politi e Tommaso Gabrielli, anno 1467).
Nel 1492 venne aggiunto il “rivellino”, ossia una torre esterna pentagonale, fortificata, con cinta merlata collegata al ponte in muratura: al rivellino si accede dall’ esterno tramite una bella e ampia scalinata, su cui potevano transitare anche soldati a cavallo e carri.
La superficie del castello è di circa duemila metri quadri.
Le mura lunghe circa 176 metri, al centro, ma lievemente dislocata verso il lato sud, la torre alta 36 metri.
Le mura hanno un perimetro tondeggiante, ma non regolare, perchè asseconda l’ andamento del terreno. Nella parte di mura a sud manca il coronamento merlato.
Le mura sono fortemente scarpate (la scarpatura è la forma inclinata di un muro atto a rinforzarlo).
La parete sud delle mura sembra la più debole perchè priva di merlatura. Tuttavia dal mastio centrale che sovrasta altissimo si poteva facilmente difendere il fronte sud più debole, ricordiamo infatti che la torre era, proprio per questo, lievemente dislocata verso sud.
La torre è al centro, ma il suo ingresso è adeguatamente protetto da una torre perimetrale più alta delle altre, il cassero.
Nella parte anteriore del cassero due scanalature dove erano posizionati le travi per il ponte levatoio. Nella parte interna del cassero una scanalatura utilizzata per lo scorrimento di una pesantissima saracinesca mobile in ferro.
La porta di accesso alla torre centrale era ubicata molto alta a notevole dislivello dal suolo e ci si poteva accedere tramite scala che poi veniva ritirata.
La cortina muraria del castello è intervallata, come già detto, da due torrioni perimetrali, uno a nord, l’altro a nord-ovest. La parte posta tra i due torrioni a nord, presenta una tipologia gotica, con arcate di sostegno a sesto acuto, il che fa supporre che sia la parte più antica, infatti è quella rivolta verso Osimo. Sempre nella cinta muraria a nord è presente un bel camminamento di ronda.
Il ponte in muratura era collegato ad un’ altro torrione esterno alla cinta muraria, di forma pentagonale, Il rivellino, coronato solo parzialmente da merli, con adiacente camminamento di ronda e connesso con l’ esterno tramite larga e facile scalinata su cui si poteva accedere anche a cavallo.
Quest’ opera abbastanza complessa nella sua struttura e disposizione, rimane eccezionale nella sua tipologia per il suo impianto e perchè anticipa le soluzioni difensive maturate più tardi nelle Marche, come la rocca di Offagna, che è successiva.
Feritoie poste sulle mura perimetrali e sulla torre centrale servivano a bersagliare il nemico.
La corte interna è molto ampia atta ad ospitare rinforzi di truppe e la popolazione stessa in caso di invasioni, a quei tempi frequentissime. Nella corte interna era presente anche un pozzo con una ampia riserva d’aqua.
Dal 1515 al 1800 il castello ebbe sempre una funzione militare; dal 1800 divenne un nucleo abitato con chiesa e abitazioni.
Tuttavia già dal 1480 circa, all’ interno del castello c’erano una chiesa e circa 10 abitazioni di proprietà comunale che il comune stesso affittava.
Negli anni successivi il comune favorì l’ insediamento di nuovi residenti dentro e fuori del castello con beneficio di esenzione delle tasse per 5 anni, ma con l’ obbligo di fornire manodopera per lavori di riparazione del castello.
Fausto Maggiori