Oggi compie sessant’anni l’ Amico Emil …tanti giorni passati insieme a parlare di Leopardi. E’ traduttore in lingua bulgara delle poesie di Leopardi e autore del testo Recanati “Città della poesia” (2011) AUGURI EMIL!!!
EMIL DIMITROV è professore ordinario presso l’Istituto di letteratura dell’Accademia Bulgara delle Scienze e presso l’Università “San Clemente di Ocrida” di Sofia. É inoltre presidente dell’Associazione Bulgara degli studi dostojevskiani e membro dell’International Dostoevsky
Society, caporedattore dell’almanacco “Dostoevskij: pensiero ed immagine” e autore di circa 350 pubblicazioni, tra cui 5 monografie.
Nel suo curriculum figurano anche due specializzazioni conseguite in Italia: la prima presso il Pontificio Istituto Orientale di Roma (1992–93), la seconda presso il Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati (2013). Prof. E. Dimitrov ha tenuto conferenze in tante università italiane – L’Orientale (Napoli, 2011),Università degli studi di Macerata (2017, 2019) Roma Tre (2018), Ca’ Foscari (Venezia, 2019) ed altri.
Traduttore in lingua bulgara delle poesie di Leopardi e autore del testo Recanati “Città della poesia” (2011).
Veniva spesso in Italia prima che si chiudessero le frontiere per la pandemia…anzi aveva già programmato di essere qui alla foresteria del CNSL a febbraio del 2020 eppoi sarebbe andato a Macerata, poi a Milano..tutto svanì causa virus…
Spesso si feceva accompaganre dslla moglie innamorato della nostra città e della foresteria del Cnsl dove usava la cucina per i suoi pasti….
Era interessato a tutta la cultura Italiana e amava Dante e soprattutto Leopardi girando per la nostra città assetato di conoscere tutti i particolari di come è stata vissuta da Leopardi
Spesso si ritirava sul colle…
Emozionante la lettera che ho ricevuto unitamente ai suoi amici italiani quando in Italia divampò la pandemia….era il 25 marzo il giorno dell’ Annunciazione come ha voluto sottolineare; un pò come faceva Giacomo sullo Zibaldone quando le ‘cose’ da ricordare erano importanti…
25 marzo 2020, Annunciazione del Signore
Agli Amici italiani
Cari Amici,
mi rivolgo a voi condividendo la vostra sofferenza, il vostro malessere, la vostra paura.
In questo momento preoccupante, un momento di sospensione di tutt e le atticità lavorative e, con esse, della vita sociale di tutto il Paese, vorrei assicurarvi che io, i miei parenti e amici, ma anche tanti altri bulgari sentiamo le sofferenze del popolo italiano, colpito dalla pandemia di COVID-19. Senza dubbio, è proprio nei momenti più duri che si
comprende il vero significato delle prime parole del Inno di Mameli “Fratelli d’Italia…”: adesso siamo tutti italiani, italiani non per sangue bensì per libera scelta.
Vi prego di accettare le nostre più sentite condoglianze per le vostre perdite inestimabili, per la separazione così improvvisa e straziante dai vostri cari: parenti, vicini, amici, colleghi.
Sono convinto che il popolo italiano sia un sapiente custode della memoria umana e certamente tutti voi rammenterete la peste del 1629 proprio nella mia amata Lombardia, rappresentata nel primo romanzo storico italiano, I promessi sposi. Le coincidenze tra le due situazioni di crisi sono veramente straordinarie: un segno che la natura umana è
rimasta immutata. Non dubito che il ritrovarvi catapultati nelle atmosfere del celebre romanzo del Grande Lombardo sia una prova non indifferente per le vostre forze emotive, psicologiche e fisiche. Allo stesso tempo ho fiducia in voi, discendenti di Renzo e Lucia, che insieme sarete capaci di superare questa crisi imprevedibile e di ritornare alla normalità più
forti e più saggi.
Indubbiamente, in conseguenza di questa terribile esperienza i nostri valori cambieranno radicalmente, soprattutto la nostra concezione di felicità e le nostre priorità nella vita.
Sento che, in questo momento cruciale, non soltanto nella patria di Giacomo Leopardi si è ormai compreso che il Grande recanatese aveva ragione quando sottolineava la fragilità delle cose mondane, criticando e deridendo nella sua poesia Palinodia il mito del progresso.
Oggi siamo costretti a separarci l’uno dall’altro, ma domani saremo nuovamente insieme, più capaci di apprezzare ogni singolo attimo di gioia.
I paesi, i popoli e le persone non sono isole separate. L’incontro e la comunicazione interpersonale sono caratteristiche fondamentali della natura umana.
“L’uomo senza la speranza non può vivere, come senza amor proprio” – afferma Leopardi nello “Zibaldone” (22 agosto 1821).
Potrei aggiungere la frase tratta da una bellissima canzone italiana, che era molto popolare in Bulgaria ai tempi della mia infanzia, negli anni Settanta: all’alba nasce un giorno dalla notte.
Vi auguro coraggio, serenità d’animo e speranza!
Un saluto caloroso dalla Bulgaria,
prof. Emil Dimitrov
Emil Dimitrov al convegno, dedicato alle traduzioni di Leopardi tenuto alla Universita’ di Macerata il 13 febbraio organizzato dalla prof’.ssa Laura Melosi
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