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“Ungaretti legge Leopardi” di Mario Guadagnolo-Scorpione Editrice.

by Roberto Tanoni

 

Martedi 21 settembre alle 18 nell’aula magna dell’Università in via Duomo (ex caserma Rossaroll) è stato presentato a Taranto il libro “Ungaretti legge Leopardi” di Mario Guadagnolo-Scorpione Editrice.

Ungaretti è attratto dalla figura di Leopardi, dal suo pensiero e dalla sua opera, ma soprattutto dalla sua poesia che non ha eguali nel panorama ottocentesco della letteratura italiana con un respiro europeo. U

ngaretti a tal fine si serve di tutti gli strumenti, culturali e tecnici in suo possesso, per indagare la ricchezza e originalità della poesia leopardiana, una poesia che si alimenta alle fonti della cultura classica (in primis i classici greci e latini) e del laicismo sette/ottocentesco (Diderot, Montesquieu) per non dire dei poeti simbolisti (Rimbaud, Mallarmé e soprattutto Apollinaire), ma segue un suo percorso originale ed apre nuovi orizzonti in termini di rinnovamento della tradizione lirica italiana.

Se Leopardi contrae debiti, soprattutto formali, con la lirica petrarchesca e rinascimentale, va al di là di essa soprattutto in considerazione dei temi affrontati, che hanno a che vedere con l’infinito, il cosmo, la natura, la morte, l’amore, e della sua originale investigazione.

Leopardi, nella lettura ungarettiana, è un poeta che nella poesia mette in gioco tutto il suo essere e al fuoco della poesia brucia i suoi ideali e le sue aspettative e sogni e speranze.

Da qui la sua modernità e capacità di parlare all’uomo dei nostri giorni. In qualche modo Ungaretti entra in simbiosi con Leopardi, o meglio la sua poesia si incontra con quella del recanatese al punto che i due sembrano per molti versi ‘fratelli’ negli spiriti e nelle forme, anche se gli esiti saranno, ovviamente, diversi. In entrambi uguali sono l’ ansia di luce e di infinito, il complesso rapporto con la natura, l’ idea di poeta come ‘veggente’, la ricerca instancabile della parola primigenia, ma ache la volontà di fare lega con gli altri esseri viventi contro gli insulti e le asprezze della natura matrigna.

Tutto questo Mario Guadagnolo racconta nel suo denso libro, uscito da poco per i tipi di Scorpione editrice, che non mancherà di suscitare interesse e, a mio parere, non pochi consensi. L’analisi da lui condotta e approvata dal De Castris, finissimo e acuto studioso, ci immette in un sapiente discorso critico e ci consente di esplorare il rapporto Ungaretti / Leopardi sotto una nuova luce, consono con i nostri tempi. Insomma, si tratta di un contributo di prim’ ordine che, al di là degli anni della sua genesi, mantiene intatta la sua valenza e la capacità di coinvolgere gli uomini del nostro tempo, innamorati, nonostante tutto, della bellezza e della poesia.

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