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Al PASSEPARTOUT Libreria di RECANATI sabato 2 ottobre alle 18:45 ospiteranno la presentazione del libro “Non eravamo dominati che dal cielo- La riscoperta ottocentesca dei monti Sibillini nei documenti del Club Alpino Italiano” di Michele Sanvico (Il Lupo edizioni)
“NON ERAVAMO DOMINATI CHE DAL CIELO”
“Si accede dalla vetta della Sibilla come ad un tempio. Una scalinata naturale di marmo rossiccio, che da lontano par che mandi fiamme e ravvivi le leggende che avvolgono quella montagna, porta su alla maestosa vetta. E maggior tempio per adorare la divinità io non credo sia dato trovare più in basso. Lassù si ha una mistica visione dell’infinito”.
Questo è scritto nel retrocopertina del libro “Non eravamo dominati che dal cielo” di Michele Sanvico, edito nel 2021 dalla “Edizioni il Lupo”. Si parla naturalmente dei Monti Sibillini, di quei “monti azzurri” tanto cari a Giacomo Leopardi. Il testo non è una guida escursionistica, e neppure un opuscolo turistico, anche se leggendolo si ricaveranno utili informazioni e si potranno osservare immagini e foto molti interessanti.
I Sibillini, infatti, non hanno sempre avuto nella storia la popolarità che oggi riconosciamo loro; per secoli sono stati argomento di miti e leggende: chi non ha mai sentito parlare dell’antro della Sibilla o della favola del Guerin Meschino scritta intorno al 1410 da Andrea da Barberino? Ma poi la dimenticanza e l’oblio, legate ad un’Italia che nel diciottesimo e diciannovesimo secolo era alle prese con la frammentazione e la mancanza di una identità nazionale, resero sconosciute ai più quelle vette. Né, d’altra parte, visitavano quei luoghi selvaggi e inospitali i ricchi mercanti e i nobili stranieri che, attraversando Spoleto, percorrevano la Flaminia verso l’ingresso principale di Roma a Piazza del Popolo. Solo i pastori popolavano quelle terre, muovendosi con i lenti e plurisecolari riti della transumanza. E qualche scienziato, studioso di botanica, che era disposto a correre il rischio di essere additato come “stregone” dagli autoctoni pur di classificare e catalogare specie vegetali presenti solo sui Sibillini.
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, i soci del Club Alpino Italiano, fondato nel 1863 da Quintino Sella (in qualsiasi motore di ricerca potrete rinvenire decine di rifugi montani che portano il suo nome), scendendo lungo la dorsale appenninica, si imbatterono nei Monti Sibillini, restandone incantati. Questo libro descrive, con minuzia di particolari e documenti, la riscoperta ottocentesca dei Sibillini nei documenti del CAI.
La casa editrice “Edizioni il Lupo” è una piccola ma solida realtà nel settore della cartografia escursionistica, ma “si concede” anche qualche meritevole “excursus” nel campo della narrativa, pubblicando libri che hanno attinenza con il mistero e il fascino della montagna. Carlo Coronati, guida escursionistica, sua figlia Camilla, cuore organizzativo, e Alberto Osti Guerrazzi, “alpinista d’Appennino”, come si definisce, sulla base di una forte coscienza ambientalista, hanno dato vita a questa realtà vivace ed attiva. Personalmente ho conosciuto la “Edizioni il Lupo” e Alberto, che sarà presente alla presentazione del libro insieme con l’autore, con la lettura de “I 2000 dell’Appennino”, una guida (ma chi lo leggerà si renderà conto che non è solo questo) utile e ragionata a tutte le vette che in questa dorsale superano quella quota, dall’Emilia alla Calabria, che mi è stata spesso d’aiuto nella mia passione per la montagna.
(Paolo Pierini)
Questo è scritto nel retrocopertina del libro “Non eravamo dominati che dal cielo” di Michele Sanvico, edito nel 2021 dalla “Edizioni il Lupo”. Si parla naturalmente dei Monti Sibillini, di quei “monti azzurri” tanto cari a Giacomo Leopardi. Il testo non è una guida escursionistica, e neppure un opuscolo turistico, anche se leggendolo si ricaveranno utili informazioni e si potranno osservare immagini e foto molti interessanti.
I Sibillini, infatti, non hanno sempre avuto nella storia la popolarità che oggi riconosciamo loro; per secoli sono stati argomento di miti e leggende: chi non ha mai sentito parlare dell’antro della Sibilla o della favola del Guerin Meschino scritta intorno al 1410 da Andrea da Barberino? Ma poi la dimenticanza e l’oblio, legate ad un’Italia che nel diciottesimo e diciannovesimo secolo era alle prese con la frammentazione e la mancanza di una identità nazionale, resero sconosciute ai più quelle vette. Né, d’altra parte, visitavano quei luoghi selvaggi e inospitali i ricchi mercanti e i nobili stranieri che, attraversando Spoleto, percorrevano la Flaminia verso l’ingresso principale di Roma a Piazza del Popolo. Solo i pastori popolavano quelle terre, muovendosi con i lenti e plurisecolari riti della transumanza. E qualche scienziato, studioso di botanica, che era disposto a correre il rischio di essere additato come “stregone” dagli autoctoni pur di classificare e catalogare specie vegetali presenti solo sui Sibillini.
A partire dalla seconda metà dell’Ottocento, i soci del Club Alpino Italiano, fondato nel 1863 da Quintino Sella (in qualsiasi motore di ricerca potrete rinvenire decine di rifugi montani che portano il suo nome), scendendo lungo la dorsale appenninica, si imbatterono nei Monti Sibillini, restandone incantati. Questo libro descrive, con minuzia di particolari e documenti, la riscoperta ottocentesca dei Sibillini nei documenti del CAI.
La casa editrice “Edizioni il Lupo” è una piccola ma solida realtà nel settore della cartografia escursionistica, ma “si concede” anche qualche meritevole “excursus” nel campo della narrativa, pubblicando libri che hanno attinenza con il mistero e il fascino della montagna. Carlo Coronati, guida escursionistica, sua figlia Camilla, cuore organizzativo, e Alberto Osti Guerrazzi, “alpinista d’Appennino”, come si definisce, sulla base di una forte coscienza ambientalista, hanno dato vita a questa realtà vivace ed attiva. Personalmente ho conosciuto la “Edizioni il Lupo” e Alberto, che sarà presente alla presentazione del libro insieme con l’autore, con la lettura de “I 2000 dell’Appennino”, una guida (ma chi lo leggerà si renderà conto che non è solo questo) utile e ragionata a tutte le vette che in questa dorsale superano quella quota, dall’Emilia alla Calabria, che mi è stata spesso d’aiuto nella mia passione per la montagna.
(Paolo Pierini)
L’incontro sarà moderato da Alberto Osti Guerrazzi.
Per partecipare all’incontro è necessario il possesso del green pass o l’esito negativo del tampone nelle ultime 48 ore