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RECANATI. Il medico Giorgetti ricorda un suo paziente, Elso Canalini. Un ricordo emozionante…

by Roberto Tanoni

 RECANATI. Il medico Giorgetti ricorda un suo paziente, Elso Canalini. Un ricordo emozionante…

Elso (Nino) Canalini

lo ricorda in un post su Fb …Amedeo Giorgetti scrive così: ”

Purtroppo di covid si può morire anche dopo un anno e il mio post di questa mattina non vuole sollevare alcuna polemica….

Venerdì ho perso uno dei miei più cari pazienti Elso…

Il virus lo aveva colpito esattamente un anno fa e per lui, già affetto da una fibrosi polmonare, è stato devastante. Nonostante tutto, siamo riusciti attraverso la preziosa consulenza del prof. Campanella ed il suo servizio di videoteleconsulto, a non ricoverarlo e a tirarlo fuori dall’ infezione, anche se ovviamente ne è uscito invecchiato di 10 anni. È la prima volta che decido di pubblicare una storia così privata, sono profondamente geloso dei miei sentimenti più intimi e riservati…ma non posso non ricordare Elso perché con lui ripercorro, con grande nostalgia, la mia vita professionale.

Elso è stato uno dei primi pazienti ad iscriversi con me, credo fosse il 1987 quando entrò per la prima volta nel mio ambulatorio (quella volta ero in via Roma ospite del collega Marco Simonacci)…

Me lo ricordo benissimo, venne con uno dei suoi due figli, dei quali, a ragione, è sempre stato orgogliosissimo, per conoscermi e “consegnare a me” la difesa del suo stato di salute (noi Medici di Medicina Generale facciamo un lavoro bellissimo e privilegiato sotto il profilo umano).

Eravamo entrambi giovani e provai subito una grande simpatia e stima per quella persona perbene, educata, rispettosa, elegante (Elso era sempre vestito con cura) …spesso ci prendevamo in giro e ci sfottevamo un po’, soprattutto sulle appartenenze politiche: lui fieramente di sinistra, io altrettanto fieramente di destra…ma tra persone perbene ed oneste alla fine ci si incontra sempre, soprattutto quando la scelta della appartenenza politica è legata unicamente ad una logica del bene comune, che ognuno interpreta dal proprio legittimo punto di vista…tant è che alla fine ci trovavamo sempre d d’accordo…poi eravamo entrambi “juventini di ferro” e questo ci legava ancora di più.

Nelle ultime settimane, quando si sentiva sempre peggio, diceva ai figli e alla moglie: “chiamate Amedeo” , come se io avessi potuto fare qualcosa per lui…ed io ovviamente andavo, solo per cercare di rassicurarlo un po’…perché sapevo che “la mia Medicina”, non sapeva fornirmi le armi per poterlo riportare in salute. Non ho mai trovato il coraggio di dire ai figli e alla moglie che Elso era alla fine del Suo percorso …perché avrei dovuto farlo? …

Poi venerdì sera suo figlio Andrea, che mi teneva costantemente aggiornato sulle sue condizioni da quando si era ricoverato, mi ha chiamato per darmi la tristissima notizia. ..e abbiamo pianto insieme…”

 

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