Test molecolare

Il più affidabile di tutti, quello con il margine più basso di errore è senz’altro il tampone molecolare.  Si prelevano due campioni, nel naso e in gola, per poi essere esaminati attraverso il metodo RT-PCR ed ha come bersaglio l’Rna del virus.  Ha il minor numero possibile di falsi positivi e una altrettanto elevata capacità di identificare correttamente coloro che non hanno la malattia”, si legge sulla guida dell’Istituto Superiore di Sanità. L’esito di questo tampone si ottiene mediamente in tre-sei ore e dovrebbe essere la prima scelta in nel caso in cui si sospettano già i primi sintomi, se si è stati a stretto contatto con un positivo, negli screening degli operatori sanitari, nei soggetti a contatto con persone fragili o per l’ingresso in comunità chiuse o ospedali. Se si vuole fare un tampone molecolare bisogna recarsi in un laboratorio di analisi oppure ai drive in delle Asl.

Tamponi antigenici (o rapidi)

Un tampone antigenico, anche conosciuto come rapido, ricerca nel muco nasale o nella parte profonda della bocca (faringe) la presenza delle proteine virali del Sars-Cov-2. A differenza del Tampone nasofaringeo molecolare, che ricerca l’Rna del virus e necessita di maggior tempo per essere processato, il suo risultato è veloce tant’è che si conosce l’esito già dopo 15-30 minuti. Purtroppo, però, la loro affidabilità non è del 100% ma si possono avere falsi negativi “tra il 10 e il 25%,

I test salivari

Sono presenti sul mercato anche i test salivari ma non sono raccomandati perché non raggiungono “i livelli minimi accettabili di sensibilità (capacità di individuare i positivi, cioè i malati) e specificità (capacità di individuare i negativi)”. Ecco perché sono esclusi dai test europei validi per ottenere il green pass. “La qualità del campione di saliva è soggetta a molte variabili, per esempio il tempo trascorso dall’assunzione di cibo o bevande e il modo in cui si è tenuto in bocca il tampone — afferma Clerici — in generale i test di questo tipo offrono meno garanzie rispetto a quelli che analizzano un campione naso orofaringeo”.

Quando bisogna fare un tampone

Ci sono tre casi in cui è necessario ricorrere all’aiuto di un tampone per vedere se si è positivi alla malattia: il contatto stretto con un soggetto positivo; la presenza di sintomi che facciano pensare che si possa aver contratto il Covid; la prevenzione, ossia quando si incontrano persone fragili quali immunodepressi, pazienti oncologici, trapiantati ma anche semplicemente per avere una certezza in più e non mettere a rischio le persone che ci circondano. Ormai sappiamo che anche i vaccinati con due o tre dosi possono infettarsi ma infinitamente meno dei no vax; possono contagiare, sì, ma in misura ancora minore grazie agli anticorpi del vaccino e sono protetti al 95% circa dalla malattia grave.