Antonella Verdinelli ci scrive e ricorda il padre Marino che nel giorno della Memoria a Siena è stato insignito di una Medaglia d’onore per aver sofferto la prigionia dei tedeschi.
Il 27 gennaio, giorno della memoria sono andata alla Prefettura di Siena a ritirare la Medaglia d’onore per mio padre che durante la seconda guerra mondiale fu fatto prigioniero dai tedeschi e deportato ma sopravvissuto ai campi di lavoro e alla prigionia di guerra.
Fra i suoi documenti ho trovato diverse carte che testimoniano quei tristi periodi. Quando era in vita non parlava troppo spesso di quegli anni anche perché chiaramente non aveva voglia di rinnovare quelle sofferenze. Quando ne parlava si commuoveva sempre e quindi si cercava di cambiare discorso ma da quel poco che ci ha sempre raccontato e dai documenti che conservava in una busta e che ho ritrovato abbiamo scoperto che fu militare nel 226esimo reggimento fanteria. Nel 1940 fu mandato a Scutari, in Albania e qui restò fino al 1942 dopodiché si spostarono verso la Grecia e nel 1943 fu catturato dai tedeschi e deportato in Germania in vagoni ferroviari per il bestiame. Condotto a Barum venne costretto a lavorare in uno zuccherificio e in questo periodo subì le più dolorose angherie. Raccontava sempre che per mangiare dovevano raccattare pezzi di pane vecchio e bucce di patate dai sacchi di rifiuti ma di nascosto dai tedeschi perché se li beccavano li pestavano a sangue e questo successe più volte. Spesso aveva visto portar via dei ragazzi per questi ed altri futili motivi e non li aveva più visti far ritorno. Una vita infernale.
Quando fu liberato e poté tornare a casa con mezzi di fortuna nessuno dei familiari lo riconobbe perché era ridotto pelle e ossa e pesava a malapena 36 kg.
Lui non conobbe mai suo padre, mio nonno, perché come lui fu mandato a combattere ma durante la prima guerra mondiale e fu purtroppo più sfortunato di lui perché non fece mai ritorno a casa. È sepolto nel sacrario di Redipuglia.
Mi dispiace solo di non aver fatto la richiesta della medaglia quando lui era ancora in vita perché sarebbe stata per lui davvero una bella onorificenza non tanto per la Medaglia in sé stessa quanto per il riconoscimento di tutto ciò che avevano dovuto sopportare durante quei terribili anni.
Come ha detto il Prefetto di Siena durante la commemorazione, “La memoria di quanto successo durante la seconda guerra mondiale va coltivata con il coinvolgimento dei giovani perché queste atrocità non siano mai dimenticate”
Un grazie particolare va a Tony Mazzola che mi ha dato questa splendida opportunità portandomi a conoscenza di quanto potevo fare per richiedere questa onorificenza e aiutandomi nella ricerca di documenti che sono serviti allo scopo.
Antonella Verdinelli
Antonella Verdinelli ritira la medaglio d’onore conferita al padre Marino
Ecco la consegna della Medaglia d’onore conferita a suo padre Marino dal Comune di Siena e alle altre persone che come lui sono state catturate e deportate nei lager o in campi lavoro tedeschi.
Marino Verdinelli, è molto conosciuto nella cittadina leopardiana per aver gestito insieme alla moglie Bianca la pizzeria-rosticceria di via Cavour, poi il bar del Grottino e infine quello del Circolo di Lettura e Conversazione ai giardini pubblici.
sotto foto di Marino militare e articolo de La Nazione
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