L’Infinito di Giacomo Leopardi spiegato in pochi passi
L’infinito di Giacomo Leopardi: la spiegazione facile. Analisi del testo, figure retoriche e significato della poesia
L’Infinito di Giacomo Leopardi occupa la dodicesima posizione dei Canti, appartiene al genere dell’idillio, cioè è una poesia breve.
Al suo interno troviamo due infinti, temporale e spaziale, che si fondono insieme partendo da oggetti materiali, per esempio la siepe e il vento. Questo è importante perché l’infinito che ci troviamo di fronte non è di tipo mistico e spirituale ma è concreto.
La poesia è formata da 15 endecasillabi sciolti e ha un andamento ritmico reso possibile dai numerosi enjambement che tende a dilatare il verso, come se ognuno sconfinasse nel successivo.
In questi versi gli aggettivi occupano sempre il primo posto, rispetto al sostantivo a cui si riferiscono, creandone l’attesa.
Per Leopardi l’Infinito è il desiderio del piacere che nell’uomo è, appunto, infinito, per durata e per estensione e che non può essere soddisfatto da un oggetto finito ma solo dall’immaginazione.
L’autore si trova nella fase del pessimismo storico
L’esempio più classico di enjambement
interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo