Torquato Tasso era pazzo? Una storia di presunta follia..Giacomo Leopardi capì le ansie e la genialità del grande poeta sorrentino…
Nasceva a Sorrento, l’11 marzo 1544, grande poeta e drammaturgo cinquecentesco.
È tuttora considerato uno dei maggiori poeti italiani dell’età della Controriforma. Nelle sue opere appaiono rappresentate, in incredibile anticipo sui tempi, le aspirazioni e le contraddizioni dell’uomo moderno.
Ma il genio di Tasso non fu compreso dai suoi contemporanei che lo scambiarono per follia.
La rivalutazione del Tasso fatta da Giacomo Leopardi nelle Opereette Morali
A risarcire Tasso dai torti subiti fu un altro grande poeta, Giacomo Leopardi, con il celebre dialogo Torquato Tasso e del suo genio familiare inserito nelle Operette morali (1824).
In una lettera dell’epistolario destinata al fratello Carlo, datata 20 febbraio 1823, il poeta di Recanati descriveva la sua visita sulla tomba di Tasso a Roma in questi termini:
Fui a visitare il sepolcro del Tasso e ci piansi. Questo è il primo e l’unico piacere che ho provato in Roma. Tu comprendi la gran folla di affetti che nasce dal considerare il contrasto fra la grandezza del Tasso e l’umiltà della sua sepoltura.
Anche Leopardi dunque si interrogò sul destino dello sfortunato poeta cortigiano cinquecentesco e gli dedicò un’opera carica di pietà che è anche un’ode smisurata alla sua grandezza letteraria.
Trecento anni dopo Leopardi consegnò al mondo, tramite il Dialogo di Torquato Tasso e del suo genio familiare, una nuova immagine del genio straordinario di Tasso, incompreso dai suoi contemporanei.
Come stai, Torquato? Ben sai come si può stare in una prigione, e dentro ai guai fino al collo. Via, ma dopo cenato non è tempo da dolersene. Fa buon animo, e ridiamone insieme.
Torquato Tasso: il poeta cortigiano, incarna perfettamente la figura del poeta cortigiano, il prototipo di intellettuale predominante nel Rinascimento. Nel 1565 Torquato fu assunto al servizio del cardinale Luigi d’Este e si trasferì alla corte di Ferrara, dove poté esercitare liberamente la propria creatività poetica. In questo periodo di grande attività letteraria compose L’Aminta (1573), una favola pastorale che tuttora rappresenta uno dei maggiori capolavori dell’epoca rinascimentale con La Gerusalemme Conquistata.
e La Gerusalemme Liberata, .